“Go Time”, Ep.4
In questo post ho voluto analizzare e definire tre dei migliori playmaker del mondo NBA: Rajon Rondo dei Boston Celtics, Deron Williams degli Utah Jazz e Chris Paul dei New Orleans Hornets. Infine ho aggiunto anche delle notazioni rilevanti al ruolo del playmaker con altri esempi.
Rajon Rondo (BOS)
Ben si attaglia la definizione di “guardia prestata al ruolo” per un giocatore che non è NE CERVELLO NE MOTORE, ruolo ricoperto nella squadra dai “Big Three”.
E’ capace ciononostante di sfruttare l’occasione offensiva dopo aver portato di là la palla o averlo lasciato fare ad altri, ma resta in balia di Garnett ,Pierce e Allen che gli tolgono pressione e lo lasciano giocare con più spazi e serenità.
Difatti nelle ultime stagioni è stato molto altalenante: un anno giocato ad alti livelli (con i compagni di squadra sani) e un altro con un rendimento decisamente inferiore (con Garnett rotto e gli altri a fase alternata). Ora di nuovo tutti sani in quel di Boston e lui fa benissimo.
Top player o giocatore normale che cavalca la classe dei compagni, l’ambiente e la fortuna??
Deron Williams (UTA)
Giocatore differente dallo stereotipo di playmaker, più fisico e potente, spesso gioca in proprio o con il compagno prediletto, è quasi una guardia adattata alla bell’ e meglio a portatore di palla.
È cresciuto quando ha preso in mano i Jazz divenendo il giocatore franchigia a Utah dopo il disamore di Kirilenko e forse di Okur, la sua spalla ideale, Boozer, rischiava di doverlo abbandonare ma si trovano ancora insieme sul parquet dei mormoni.
Giocatori del suo stile popolano sempre di più i parquet, mentre latitano i playmaker veri.
MOTORE DELLA SQUADRA.
Chris Paul (NOH)
Giocatore e playmaker VERO, di razza pura; può definirsi leader ed allenatore in campo. Guida giochi e letture della difesa con scelte illuminanti ed essenziali variazioni di ritmo, mettendosi in proprio solo se necessario al gruppo.
Sa coinvolgere tutti i compagni, riuscendo così a motivarli e a creare quell’affiatamento necessario per rendere al meglio anche nella metà campo difensiva, dove ancora si trova ad essere guida e riferimento.
Il suo lavoro in campo è continuo sia fisicamente che (ancor di più) mentalmente, dove si erge sempre a faro della squadra… E’ della dinastia di Nash, Gentile, Stockton, Bodiroga, D’Antoni (…) giocatori dal fisico non dominante ma capaci di leggere il gioco e le sue situazioni in modo geniale e sopraffino.
Lampi di questa stessa classe stanno mostrando anche Hinrich e Rubio; razza stupenda ma rara che rende il basket poesia.
CERVELLO E CUORE DELLA SQUADRA.
Ultimi appunti
Da citare c’è un altro tipo di playmaker, che potremmo definire “folle”.
Lo spirito di questo tipo di giocatore è incarnato perfettamente da gente come Jason Williams (Orlando, ex Miami) detto “White Chocolate”, o il nostro Gianmarco “Poz” Pozzecco.
Atleti non sempre vincenti e premiati quanto servirebbe che rendono questo gioco affascinante e spettacolare anche per i non addetti ai lavori.
FUNAMBOLI
Goffredo Caravita
(con la collaborazione di M.F.V)